Se vogliamo considerare il qualificarsi scolasticamente meramente dal punto di vista pratico ci possiamo chiedere se, com'è convinzione comune, "laurearsi non serve a niente". Per scoprirlo basta semplicemente cercare le statistiche in merito: "occupazione per grado di educazione". E si scoprono diverse statistiche: fra queste, la più accurata (data dal numero di soggetti studiati) risulta essere quella dell'Eurostat. Da essa si evince che nel 2014, in Europa, la categoria che potremmo definire come "laureati" era occupata all'80-90% dei cittadini in età lavorativa, mentre quelli con un grado di istruzione più basso erano occupati al 40-60%. Tranne che in Islanda, dove spiccava un 70%, ma comunque il tasso di occupati laureati toccava il 90%. [v. tabella 1]
Per quanto riguarda i dati di quest'anno, che non sono ancora disponibili, possiamo dedurre che siano simili a quelli del 2014, a giudicare dall'andamento molto stabile avuto dal 2004 [v. tabella 2].
Quindi la differenza di occupazione fra laureati e non è statisticamente rilevante, e possiamo facilmente arrivare alla conclusione che studiare non garantisce l'avere un lavoro, perché altrimenti i laureati occupati sarebbero il 100% (ammettendo che tutti lo cerchino), ma quantomeno ne dà maggiore certezza.
tabella 1: "Tasso di occupazione per livello di educazione, età 25–64, 2014 (%)"
tabella 2: "Tasso di occupazione, età 15–64, 2004–14 (%)"
fonti:
http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Employment_statistics/it
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