mercoledì 7 giugno 2017

Fire

Mi hanno chiesto molte volte perché come nome ho scelto "Sear": qualcosa che brucia.
A guardarmi sembro molto mite, come uno specchio d'acqua soggetta ad un vento lieve. Ma non è così. La verità è che basta scalfire la superficie per trovare una tempesta. Ma non costituita da acqua, che è fredda; non composto di aria, che si disperde; non scatenato nella terra, così compatta, bensì fatto di fuoco, la manifestazione dell'energia, l'indomabile, l'inaspettato, la potenza che brucia ossigeno e sottrae vite. E così consuma la mia. Eppure al tempo mi consente di vivere.
Non potrei che sopravvivere senza ardere di passione e di rabbia, anche se questo significa che bisogna stare molto attenti a maneggiarmi, per non restare scottati, e io stessa devo usare cautela per non fare del male a chi mi avvicina. E per avere a che fare con me stessa, maremoto di fiamme racchiuso da una pellicola di delicatezza.

  blaze, ember, explosion

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