lunedì 2 luglio 2018

Io, da grande

Nella mia vita ho pensato di diventare maestra, poi professoressa, poi basta.
Ho pensato di diventare avvocato, e anche se ho presto abbandonato l'idea, e non ho fatto Giurisprudenza, ho sempre difeso chi credevo lo meritasse.
Ho pensato di diventare scrittrice, perché mi piaceva far ridere le persone e ci riuscivo. Ma non di gialli, perché non ne sarei mai stata capace – ma la gente non mi ha ascoltato, e addirittura hanno girato un cortometraggio su una mia sceneggiatura thriller. Ho soltanto letto qualche libro, mai seguito corsi di scrittura.
Ho pensato di raccontare storie, in parole o in musica. Qualche video di racconto l'ho pubblicato; quanto alle canzoni, un paio ne ho registrate, mentre molte ho pensato di scriverle, perché non posso esserne in grado. Non ho seguito né corsi di canto, né di composizione.
Ho pensato di scrivere qualche poesia, perché è musica senza musica, ma magari ci fossi riuscita.
Ho pensato, solo per gioco, di scrivere delle lettere, delle frasi, ghirigori, con inchiostri colorati. Ma sono ancora lì che mi aspettano.
Ho pensato, solo per gioco, di farmi qualche vestito. Ne ho ritagliato qualcuno, mentre i progettini veri sono ancora in attesa...
Ho pensato di imparare ad ascoltare e consigliare la gente, ma non mi sta bene non essere ascoltata a mia volta. E poi non ho fatto Psicologia. Ho scattato molte fotografie: per il gusto di vedere il risultato. Ancora lo faccio, qualcuna la condivido illudendomi che possano piacere a qualcun altro all'infuori di me. D'altronde non ho seguito corsi di fotografia, ho soltanto guardato il mondo, guardato foto, amato il mondo, amato foto.
Ho pensato di fare qualche video divertente, qualche video parodia, qualche video che mettesse insieme video, qualche video commovente e che insegnasse qualcosa. Così.
Ho pensato persino di fare la regista, ma ancora ci devo provare. Sicuramente sarà follia – dopotutto non ho seguito alcun corso di regia, soltanto visto numerosi film, con gli occhi e con la mente.
Ho pensato di non avere un futuro. Questo molto più spesso di qualsiasi ambizione avessi avuto precedentemente. Troppe persone che mi circondano, più brave di me, più ambiziose di me, più prepotenti di me. Che ci circondano, più brave di noi, più ambiziose di noi, più prepotenti di noi. Sono andata avanti per inerzia per molto tempo. In effetti ho seguito un corso di Fisica, all'Università.
Non mi sono accorta che, in tutti questi pensieri, ero sempre me stessa: io, che volevo creare e fare la differenza, semplicemente, non importa come, con quali titoli o lauree. Semplicemente con il mio cuore, la mia logica, la mia modestia, la mia immodestia, la mia testardaggine; i miei dubbi, i miei amici, i miei nemici, i miei pensieri.
E oggi? Credo di sapere quel che voglio fare: esattamente quel che sto facendo. Amare il metodo scientifico e diffonderlo, come un pettegolezzo, una religione, un modo di vivere, una malattia. Amare la scienza e diffonderla, come quelle risate contagiose, la follia, i gesti, l'amore.



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