Se a forza di camminare mi sanguinano i piedi, inizio a correre finché non raggiungo la mia meta.
Non so se sia più giusto o più sbagliato di altri metodi. Probabilmente avrei rischiato molte meno malattie, molte meno delusioni, se non fossi stata così. Ma lo sono: non mi fermo finché non sono certa di non potercela fare, perché non mi potrei perdonare di aver perso un'occasione. Non potrei guardarmi allo specchio, e so di aver bisogno della mia fiducia in me per poter avere una vita quantomeno serena. Sono così, nonostante le sbandate che ho preso, le cor-indicazioni che non ho compreso, nonostante tutto quello che ho appreso o che mi porto appresso. Nella vita corro, inseguo, mi spingo continuamente oltre i miei limiti perché non sopporterei il rimpianto.
A volte la gente confonde il mio perseverare anche nelle cause "perse", il mio idealismo, con l'ottimismo di una persona ingenua e fortunata. Ma anche le persone con tante delusioni alle spalle, infanzie infelici, difficoltà immense nella vita, possono essere ottimiste, e io sono una di quelle. Devo almeno provarci, sempre.
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