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sabato 30 dicembre 2017

I 40 libri della iRead challenge 8 (40/40) ☆☆☆: challenge completed

36/40 - "Favole al telefono", Gianni Rodari: un libro che leggeresti con tuo figlio. [unica rilettura. Non volevo giocarmi questa carta ma effettivamente l'avevo già riletto prima di sapere della iRead, e così sono riuscita a raggiungere i 40!!!]

Questi racconti, talvolta buffi, talvolta commoventi, leggeri o morali, sono sempre belli: mi accompagnano ancora ora che sono così vicina all'essere adulta (anche se mai nel cuore). Talvolta li racconto anche ai miei amici. Penso che non invecchieranno mai.
Spero di leggere a breve qualcos'altro di questo autore.






37/40 - "La Leggenda dell'Antico Marinaro"/"The Rime of the Ancient Mariner", Samuel Taylor Coleridge: un libro con un mestiere nel titolo.

Sulla versione che ho letto era presente sia la traduzione che l'originale, a lato. Questo mi consente di affermare una volta per tutte che le traduzioni vanno lette soltanto quando strettamente necessario.
Per quanto riguarda il poem non posso certo dire che mi sia piaciuto. L'ho studiata a scuola, e ricordo che dovesse avere un qualche significato, ma ciò non toglie che non mi ha particolarmente impressionata, perché eccessivamente... "immaginifico" (anche se probabilmente il mio giudizio è compromesso dal sapere che l'autore utilizzava sostanze stupefacenti), inoltre non mi è piaciuto molto che dovesse raccontare la sua storia proprio ad un matrimonio, anche se nella fine in parte si spiega. Comunque è certamente un arricchimento culturale, soprattutto considerandolo in lingua, peraltro breve.




38/40 - "Tre uomini in barca", Jerome Klapka Jerome: un romanzo umoristico.

Più una serie di gag unite da un filo conduttore che una storia, ma di un'ironia, una satira, uno humour inglese contagiosi... anche se a volte un po' dilungato, e quindi alla lunga noioso, e tradotto chiaramente troppo tempo fa (i nomi in italiano, la sterlina in lire, "lardo" anziché "bacon", "pomidoro"...). È inoltre un'opera ricca di cultura inglese, oltre che per lo humour, anche per quanto riguarda i personaggi, la storia, i paesaggi e persino qualche poesia - anche se ormai probabilmente passati, testimoniati solo attraverso qualche parola e lasciati all'immaginazione. Si può dedurre così l'animo dell'autore: brillante nel divertire come nella poesia, sa essere saggio e raggiunge tutti gli obiettivi che si era prefisso.




39/40 - "Candido", Voltaire (François Marie Arouet): un libro di un autore francese.

Fra quest'opera e quelle di Tarchetti il mio primo pensiero è stato che all'epoca l'umorismo fosse diverso da quello di oggi... insomma, non penso di essere solo io a non trovar divertenti omicidi, stupri e idiozia umana. Tuttavia a partire dal capitolo diciottesimo ho capito meglio le mire dell'autore (studiate alle superiori, ma di cui ero dimentica) e ho potuto apprezzarlo in un crescendo, poi in un diminuendo (perché a forza di citazioni di Pangloss mi sono stufata), per l'originalità e l'ironia, anche se il disgusto per quanto descritto e narrato supera la buona opinione che potrei averne.






40/40 - "Prometto di perdere", Pedro Chagas Freitas: un libro di un autore portoghese.


Una raccolta di pensieri e poesie in prosa da leggere un po' alla volta - perché molto profondo, è vero, ma anche molto carico di retorica, talvolta arrivando ad essere un mero esercizio stilistico - carico di ripetizioni e che gira intorno a tre parole: "amore", "orgasmo", "corpi". C'è molto da apprendere, molta profondità, osservazione, cura, emozioni, per cui condividerò certamente delle sue frasi; ma anche qualcosa di diseducativo, non condivisibile, eccessivamente duro. Il mio giudizio è dunque ni.




E così, incredibilmente, ho concluso la iRead book challenge! Non pensavo di riuscirci! E' stato emozionante. Ma vi lascerò le mie impressioni in un post successivo, il prossimo anno.
Potete vedere tutti i libri che ho letto per la iRead challenge cliccando sul presente link.

mercoledì 27 dicembre 2017

Coincidere (alias: è impossibile fuggire)

Non mi è mai piaciuto il mio secondo nome, tanto che gli attribuivo le caratteristiche più negative che trovavo in me. Due nomi, due persone: da questa - l'egoista, la presuntuosa, la stupida - mi discostavo, detestandola, cercando di eliminarla.
Nel leggere "The Rhyme of the Ancient Mariner" trovo la parola "sere": nella traduzione, "arse". Il diminutivo del mio secondo nome è un modo alternativo di scrivere il nome che mi sono scelta.
Dimostrazione eccellente di come non si possa sfuggire da se stessi, e odiarsi, ma si sia costretti ad accettarsi comunque vada.





mercoledì 20 dicembre 2017

Fidati, io mi fido di te

Non sono responsabile delle tue azioni.
A volte non lo sono neanche delle mie. 
Ma non puoi pensare che mi tiri indietro sulle tue scelte.
Ti rispetto, ma non puoi pensare che mi tiri indietro sulle tue scelte.
Credo in te, ma non puoi pensare che mi tiri indietro sulle tue scelte.

Mi fido di te. Ti voglio bene... e a maggior ragione non posso tacere quando stai sbagliando, per quanto mi contenga.
E se poi non mi ascolti... se poi litighiamo... pazienza...
E se poi non mi ascolti, se poi litighiamo... continuerò a pensare a te, anche se non ti dirò più nulla.
Sarai sempre tu, in me, sempre io e te, sperando, credendo, fidandomi, e volendo aiutarti. 
Confidati, fidati.