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martedì 29 ottobre 2019

Giocando al recasting: Piccole Donne

Non sono molto soddisfatta del cast scelto per il nuovo film di Piccole Donne (che sarà nelle sale questo Natale). Ho così deciso di provare a pensare al cast che avrei scelto io se avessi avuto l'occasione di mettere in scena quest'opera, storicamente importante e famosa nonché uno dei miei libri preferiti.


Amy: Amanda Seyfried
La più piccola delle sorelle March, non è seconda a nessuno in quanto a vanità. D'altronde, pur essendo appena adolescente, è dotata di bellezza (soprattutto nei boccoli biondi), grazia, eleganza e di innegabile talento per l'arte. Il volto di Amanda Seyfried (che d'altronde ha lo stesso nome!) mi è sembrato adatto per darle vita.




Beth: Emma Watson
Beth March è principalmente nota per la sua dolcezza, gentilezza e bontà. Un animo delicato che si affianca a una salute cagionevole e un fisico esile. Una parte che secondo me sarebbe egregiamente interpretata da Emma Watson, con il suo viso dolce che la rende, con il giusto trucco, una plausibilissima ragazzina. Il personaggio originale ha i capelli biondi, ma questo potrebbe tranquillamente essere compensato schiarendo i capelli dell'attrice.




Jo: Anna Kendrick
Perno della storia, Jo si distingue per il suo comportamento fuori dagli schemi, da maschiaccio, pratico e spesso poco opportuno, anche per sbadataggine. Una tipa dura ma dal cuore tenero, che si differenzia dalle altre anche per il volto non grazioso. Un ruolo che, secondo me, potrebbe essere ricoperto da Anna Kendrick, che sia nelle parti ironiche sia in quelle drammatiche riesce molto bene e potrebbe passare tranquillamente per una sedicenne. Senza contare che entrambe hanno i capelli scuri.




Meg: Rachel Brosnahan


La più grande delle sorelle, come rispecchia anche il suo carattere maturo di "mamma in seconda", responsabile e dolce. Ma nonostante viva con i piedi per terra, sogna anche una vita più agiata ed è anche molto romantica. Un viso d'altri tempi come quello di Rachel Brosnahan quella lì  mio parere dare forza a questo personaggio.





Mrs March: Robin Wright
Un altro volto d'epoca, che potrebbe plausibilmente somigliare a quello delle attrici di cui sopra, è quello di Robin Wright, che d'altronde interpreterebbe egregiamente una donna forte, paziente, segnata dalle disgrazie quale Margaret March madre.




Laurie: Eddie Redmayne
Eddie Redmayne ha già mostrato di poter interpretare di tutto. Così credo che sarebbe bravissimo nel dare voce a Laurie, ragazzo elegante, dignitoso, tenero, simpatico e impulsivo. Laurie dovrebbe forse avere i capelli e gli occhi marrone scuro, ma accoglierei questa eccezione data la bravura dell'attore inglese.




John: Orlando Bloom
John Brooke è un uomo colto, onesto, caparbio e tenero con un ruolo importante in tutta la storia, anche se apparentemente marginale. Orlando Bloom, secondo me, sarebbe perfetto per interpretarlo, condividendone i capelli scuri e il sorriso buono e intelligente.




Friedrich Bhaer: Michael Fassbender
Il Professor Bhaer è un uomo povero e umile dall'animo buono. È già molto grande quando fa la conoscenza di Jo, nonostante la sua grande vitalità: la barba ingrigita e le rughe lo evidenziano. Michael Fassbender, con le sue origini tedesche, non faticherebbe a imitarne l'accento e ovviamente a dargli grande fascino, anche se ovviamente sarebbe necessario trucco e parrucco.




Zia March: Meryl Streep
Chi meglio del Diavolo che veste Prada potrebbe interpretare la zia autoritaria, rigida e ricca? Credo non ci sia bisogno di ulteriori spiegazioni! (Questa è l'unica scelta del cast originale del Piccole Donne 2019 con cui sono d'accordo al 100%!)




Nonno Laurence: Kevin Kostner
Burbero, duro e testardo, il nonno di Laurie è un personaggio con un'evoluzione molto bella (e molto importante ai fini della storia, per via dei suoi temi) che vedrei molto bene in un Kevin Kostner dalla barba folta e bianca (un po' come in foto).







Sei d'accordo con quanto ho proposto? Prova a stilare tu un cast per questo film! E se ti va prova a propormi altri film (o libri da cui potrebbero essere tratti film!) di cui potrei fare il (re)casting!


domenica 6 ottobre 2019

Letture di settembre!

"Morire per sopravvivere. Una storia vera all'85%", di Chuck Klosterman.

Avrei chiamato questo libro "Tizio che descrive un suo viaggio allungandolo con riflessioni a caso e continui riferimenti musicali". È come leggere un blog: eventi si alternano a pensieri senza una logica, semplicemente sull'onda dell'ispirazione di un momento. Qualcosa di scritto in un giorno di flusso di coscienza e pubblicato la sera stessa.
La trama è molto diluita con riflessioni mezze deliranti (a volte interessanti) e descrizioni di episodi passati che forse potrebbero far ridere qualcuno (non me). Della serie che se non scriveva almeno duecento pagine non lo pubblicavano, e ha allungato come ha potuto, concentrandosi detestabilmente su se stesso. Il perno del libro è infatti lui, insieme alle tragedie avvenute nella storia del rock che cercano di dare un senso al presunto tema del libro, la morte vista come portatrice di fama. Quanto allo stile, corretto (grazie al cielo, trattandosi di un giornalista) ma molto confusionario; caratteristiche le originali espressioni di paragone (a parte che la leucemia non infetta il sangue). Anche le azioni dello scrittore qui descritte mi sono piaciute poco (tipo che per metà libro si droga e pure a caso), ma preferisco non commentarle. Due i motivi che mi hanno condotta a terminare la lettura di questo diario di viaggio: il libro era breve e nell'ultima parte si salva in calcio d'angolo parlando di due band di cui m'interessava sapere qualcosa (Kiss e Nirvana).
Consiglio il libro solo a chi è curioso di scoprire come sono morte tante star del rock, dato che fra le digressioni dell'autore queste sono le più utili (se non le uniche utili).





"Il buio oltre la siepe" (o: "Uccidere un tordo americano"), di Harper Lee.

Ho letto questo libro quasi tutto d'un fiato. Infatti, sebbene alcuni elementi mi fossero poco chiari, la storia mi prendeva, e la protagonista in particolare. Mi sono rivista moltissimo in lei, molto caratterialmente ma anche sotto alcuni aspetti familiarmente parlando (il fratello e il padre che riassume alcuni lati di mia madre). E ho amato quasi tutti i personaggi in generale, per come erano variegati, profondi e sfaccettati, per come evolvevano, per quanto contribuivano significativamente alla bellissima storia. Non potevo non apprezzare Tom, ma anche tutti coloro che vi ruotano attorno, nel bene e nel male. Peccato per la grezzezza con cui viene trattata la comunità di colore: evidentemente, l'autrice voleva dare un determinato taglio, perfettamente riuscito. Gli elementi al contorno sfruttati per raggiungere questo obiettivo, peraltro, sono molto potenti: il modo di scrivere, che matura insieme ai protagonisti; gli aspetti gotici; la fantasia e la superstizione; la malattia. A mio parere, tutto si convoglia perfettamente nel tema centrale della storia, che mi preme molto e che dunque non poteva che trovarmi entusiasta nella lettura di questo caposaldo della letteratura.
Fino al giorno in cui mi minacciarono di non lasciarmi più leggere, non seppi di amare la lettura: si ama, forse, il proprio respiro?




"Il mondo nuovo", di Aldous Huxley.

Un libro scientifico, filosofico, sociale, politico, psicologico. Raccontato accuratamente, attraverso espressioni significative, con sguardo vivo, a mente cruda. Fa vivere mille sensazioni leggendolo, attraendo lo sguardo e la mente. Ho amato i tocchi shakeaspeariani qua e là, il modo in cui vengono mostrati i diversissimi e tremendamente realistici personaggi, i risvolti nella trama. Incredibili gli aspetti futuristici che non farebbero mai credere si tratti di un'opera degli anni Trenta, così in anticipo sui tempi anche nei temi... terribilmente. Meravigliosi soprattutto i capitoli 10 e 11 e il finale, che riassume la distopia in tutta la sua verità. E come ogni distopia che ho letto, vorrei che ognuno potesse leggerla per vedere il presente in un'ottica diversa, dando un più grande significato a ogni suo elemento.
Anche "Ritorno al mondo nuovo" è interessante: scritto dopo gli eventi quasi profetici descritti dal romanzo "Il mondo nuovo", analizza alcuni aspetti della società moderna in chiave scientifica. Si può riscontrare ancora una volta la genialità dell'autore, ma sono presenti alcune inaccuratezze dovute ovviamente alle ricerche ancora pioniere.