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sabato 21 luglio 2018

Do i numeri

24 le ore che trascorro ogni giorno a pensare e sognare 12 le storie che ho immaginato di scrivere soltanto negli ultimi tre mesi 8 le ore che mi sono concesse 6 i frammenti del mio cuore 4 i libri che sono in corso di lettura (quelli iniziati da poco, almeno) 3 gli esami che dovrò preparare quest'estate 2 le persone che abiteranno nella casa dei miei sogni 1 vita 8575 giorni della mia vita trascorsi... 1/4 della mia vita. E il doppio le cose che vorrei fare prima di morire.



lunedì 16 luglio 2018

Leggendo i commenti su facebook

Quando sono sui social amo leggere i commenti sotto i post. Innanzitutto chiariscono qualcosa sui commenti precedenti - possono capitare delle uscite infelici, e avere una visione globale della conversazione non guasta, soprattutto se vi si desidera inserirsi. Poi spesso chiariscono molte cose sui post, con approfondimenti, chiarimenti o addirittura constatazioni di errori, con argomentazioni interessanti o addirittura link a fonti o dati estremamente utili. Possono inoltre presentare un piccolo spaccato della realtà, sebbene non rappresentino campioni statisticamente significativi: mi aiutano a farmi un'idea di "quello che pensa la gente", povero o ricco di contenuti che sia. Su questioni meno di fatti e più di opinioni, è stato ancor più illuminante quando mi trovavo almeno in parte in contrasto piuttosto che concorde. Insomma, leggere i commenti è quasi sempre più stimolante che limitarsi a leggere i post al di sotto dei quali si trovano. (In genere è anche più divertente!)




martedì 10 luglio 2018

Distopie per quest'estate

L'anno scorso ho realizzato di adorare le distopie - non a caso uno dei miei libri preferiti è "1984". Così, in un momento di follia, decisi che li avrei letti tutti... poi però sono andata a leggerne l'elenco - che conta oltre xy titoli. Propormi questa sfida significherebbe, dunque, perdere quasi automaticamente; ma ciò non toglie che io possa leggerne qualcuno ogni anno. Quindi, non ho abbandonato del tutto l'idea, anche se non mi arrischio a promettermi di giungere al termine... E quest'anno, a provocarmi, mi sono capitati fra le mani tanti libri di tale genere.

- Divergent la trilogia. Nel 2017 ho letto il primo e, pur trovandovi delle criticità, ero impaziente di proseguire nella serie! (Ho poi anche visto il film, molto fedele e ben fatto.) Così questo regalo è giunto molto gradito, accorciando leggermente la lista dei libri da comprare (e meno male, dato che invece la lista dei libri da leggere si allunga sempre più!).

- Mondo Nuovo. Forse la distopia per eccellenza, non potevo farmela mancare. Hl inoltre potenzialmente accesso a quello in lingua originale, per cui potrei acculturarmi doppiamente!

- Cecità. Altro distopico molto importante, me ne hanno parlato l'anno scorso, incuriosendomi non poco: anche se mi è stata svelata la trama, la dimentico facilmente se immersa nella lettura! Sono inoltre ansiosa di scoprire il peculiare stile di questo scrittore.

- Il racconto dell'Ancella. È nella mia lista di libri da leggere assolutamente da un bel po' di tempo - vederlo scontato mi ha resa alquanto felice. Promette molto.

- Notturno. Povero libro, non ricordo come l'ho scovato, in mezzo alle cose di mio padre (da lungo tempo estimatore di Asimov). Ed è stato subito amore - soprattutto dopo aver scoperto che Asimov era un biologo.

E insomma, si prospetta un'estate tanto ricca come quella precedente... in cui ho letto la bellezza di 10 romanzi/manga! A presto 😉





mercoledì 4 luglio 2018

Un familiare in crisi. L'intervista a Robby

Volti Profondi è una serie di interviste che si prefigge di mostrare una piccola parte delle vite di ragazzi qualunque – ragazzi coraggiosi – che hanno affrontato vicende difficili. Un modo per farli sfogare, per conoscerli, per aiutare chi potrebbe trovarsi nella stessa situazione, perché vogliono essere una dimostrazione che non si è gli unici con quel problema e che se ne può uscire.
Il ragazzo dell'intervista di questo mese, Robby, è molto impegnato, generoso e affidabile; si descrive semplicemente come una persona tranquilla. Mi racconta un po' la sua vita, in cui una serie di esperienze personali lo ha condotto ad essere un po' più duro di prima. Ma, di tutti questi eventi, è uno che non lo riguarda direttamente ad aver inciso su di lui con maggiore forza: quando sua madre, convinta – a torto – di aver fatto del male a delle persone, aveva avuto un crollo nervoso. Sicuramente questo fatto ha colpito duramente Robby anche perché sono molto legati: egli stesso definisce il loro rapporto come piuttosto bello, basato sulla confidenza.

Ci racconta:
Era difficile perché non le interessava più nulla: era apatica, sorrideva soltanto per finta per rassicurare le persone intorno a lei, a volte aveva crisi di pianto improvvise… Talvolta pensarci mi teneva sveglio la notte. C'era anche gente che non era d'aiuto, né a lei, né a me di conseguenza: non la trattavano bene, quasi la prendevano in giro. E quindi è stato un periodo difficile fino a che non è andata dallo psichiatra e ha preso gli psicofarmaci.

E tu invece come hai affrontato questa esperienza?
Inizialmente non realizzai l'accaduto e non seppi come affrontare la faccenda. “Passerà”, pensai. Ma non fu così, quindi dovetti riflettere per escogitare un modo per risolvere il problema. Capii che era necessario farsi forza, un crollo nervoso mio sarebbe solo servito a peggiorare ulteriormente la situazione. Decisi di mettere da parte le emozioni e di mostrarmi freddo nelle decisioni, ma premuroso per darle dei consigli che potessero farle capire che in realtà era innocente.

Quindi ti sei tranquillizzato nel momento in cui lei è andata dallo psichiatra?
Subito no, perché bisognava vedere come reagivano le medicine, quindi gli effetti collaterali, e se le prendeva. Una volta ne prese una abbastanza potente, ed per tutta la sera rimase in una specie di stato comatoso.

Quindi non sei più preoccupato per lei, o sì?
Per questa questione fondamentalmente no, perché oramai siamo arrivati ad un punto in cui non dovrebbe esserci più quello che ha scatenato tutto: quelli che erano contro di lei le hanno dimostrato chiaramente che sono loro in torto, usando contro di lei ed altri insulti, nomacci, insinuazioni, razzismo… si sono un po' dati la zappa sui piedi, [così] mia madre adesso almeno non si sente più colpevole.

Che consiglio daresti a coloro che dovessero affrontare la situazione che hai vissuto tu?
Secondo me se si ha a che fare con una persona ad esempio depressa bisogna capirla però non assecondarla, e cercare di non perder le staffe e farsi forza. Dirsi: “Se lei cede io non devo cedere”. 
Sicuramente c'è qualche metodo ancora più efficace, ma secondo me ci sono molti più metodi per i quali uno agirebbe in modo sbagliato.
Consiglio in ogni caso di appoggiarsi ad uno specialista.

Robby lancia però anche un altro messaggio: quello di non preoccuparsi troppo di quanto pensano gli altri (un po' sulle note dell'intervista a Ego), soprattutto quando sono persone che non dovrebbero in alcun modo influenzare la nostra vita.
Quella qui raccontata è una situazione piuttosto difficile, in cui molti potranno essersi riconosciuti – genitori, figli, fratelli, amici – e che potrebbero anche aver semplicemente sfiorato senza rendersene conto. I crolli nervosi, la depressione, l'ansia non sono semplici stati d'animo, ma malattie, che perdipiù colpiscono indirettamente anche le persone che circondano coloro che ne sono stati colpiti, riempiendo le loro vite di incubi. Spesso sono periodi molto lunghi, in cui i familiari non possono che stare accanto al malato nella speranza che questo stia meglio (obiettivo generalmente raggiungibile soltanto grazie all'intervento di uno psichiatra o psicologo).
Spero che questa breve intervista possa essere stata d'aiuto a qualcuno, e voglio concludere, a mo' di esempio, elencando le piccole attività che in questo periodo tranquillizzavano Robby: videogiochi, manga e soprattutto passeggiate.




lunedì 2 luglio 2018

Io, da grande

Nella mia vita ho pensato di diventare maestra, poi professoressa, poi basta.
Ho pensato di diventare avvocato, e anche se ho presto abbandonato l'idea, e non ho fatto Giurisprudenza, ho sempre difeso chi credevo lo meritasse.
Ho pensato di diventare scrittrice, perché mi piaceva far ridere le persone e ci riuscivo. Ma non di gialli, perché non ne sarei mai stata capace – ma la gente non mi ha ascoltato, e addirittura hanno girato un cortometraggio su una mia sceneggiatura thriller. Ho soltanto letto qualche libro, mai seguito corsi di scrittura.
Ho pensato di raccontare storie, in parole o in musica. Qualche video di racconto l'ho pubblicato; quanto alle canzoni, un paio ne ho registrate, mentre molte ho pensato di scriverle, perché non posso esserne in grado. Non ho seguito né corsi di canto, né di composizione.
Ho pensato di scrivere qualche poesia, perché è musica senza musica, ma magari ci fossi riuscita.
Ho pensato, solo per gioco, di scrivere delle lettere, delle frasi, ghirigori, con inchiostri colorati. Ma sono ancora lì che mi aspettano.
Ho pensato, solo per gioco, di farmi qualche vestito. Ne ho ritagliato qualcuno, mentre i progettini veri sono ancora in attesa...
Ho pensato di imparare ad ascoltare e consigliare la gente, ma non mi sta bene non essere ascoltata a mia volta. E poi non ho fatto Psicologia. Ho scattato molte fotografie: per il gusto di vedere il risultato. Ancora lo faccio, qualcuna la condivido illudendomi che possano piacere a qualcun altro all'infuori di me. D'altronde non ho seguito corsi di fotografia, ho soltanto guardato il mondo, guardato foto, amato il mondo, amato foto.
Ho pensato di fare qualche video divertente, qualche video parodia, qualche video che mettesse insieme video, qualche video commovente e che insegnasse qualcosa. Così.
Ho pensato persino di fare la regista, ma ancora ci devo provare. Sicuramente sarà follia – dopotutto non ho seguito alcun corso di regia, soltanto visto numerosi film, con gli occhi e con la mente.
Ho pensato di non avere un futuro. Questo molto più spesso di qualsiasi ambizione avessi avuto precedentemente. Troppe persone che mi circondano, più brave di me, più ambiziose di me, più prepotenti di me. Che ci circondano, più brave di noi, più ambiziose di noi, più prepotenti di noi. Sono andata avanti per inerzia per molto tempo. In effetti ho seguito un corso di Fisica, all'Università.
Non mi sono accorta che, in tutti questi pensieri, ero sempre me stessa: io, che volevo creare e fare la differenza, semplicemente, non importa come, con quali titoli o lauree. Semplicemente con il mio cuore, la mia logica, la mia modestia, la mia immodestia, la mia testardaggine; i miei dubbi, i miei amici, i miei nemici, i miei pensieri.
E oggi? Credo di sapere quel che voglio fare: esattamente quel che sto facendo. Amare il metodo scientifico e diffonderlo, come un pettegolezzo, una religione, un modo di vivere, una malattia. Amare la scienza e diffonderla, come quelle risate contagiose, la follia, i gesti, l'amore.



domenica 1 luglio 2018

Inspirational women 7

- Eileen Marie Collins (1956-, Americana) - prima donna pilota di una navicella spaziale, raggiunge questo suo sogno di bambina impegnandosi in diverse Facoltà universitarie e pagandosi con risparmi propri dei corsi di volo. Una competenza che le consente, durante una delle missioni nello spazio con lei a capo, di effettuare per prima una complicatissima manovra: una rotazione completa dello shuttle (peraltro in parte danneggiato) a soli duecento metri di distanza dalla Stazione Internazionale.
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/eileen-marie-collins/





Frida Kahlo
- Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón de Rivera (1907-1954, Messicana) – a sei anni contrae la polio, che le lascia la gamba destra lesa, anche se per il resto si riprende completamente. Questo, e la sua istruzione, grazie alle idee antimaschiliste dei suoi genitori: suo padre la spinge a praticare degli sport per riprendersi dalla malattia, e poi entrambi la iscrivono, una delle poche ragazze, a scuola. Lì conosce un ragazzo, con il quale, durante un viaggio romatico, incappa in un incidente: il loro bus va a schiantarsi e lei rimane trafitta nel fianco, riportando numerose fratture che la costringono a letto per diversi anni, rendendola peraltro sterile. E' così che inizia a dipingere: ha uno specchio che ne riflette il volto e produce i suoi primi autoritratti. Per questo, per il suo impegno politico e per il suo travagliato matrimonio è ancora oggi ricordata come una grande donna. Muore in seguito a diversi anni di dolore, ma sempre combattendo per le sue idee.
https://www.biography.com/people/frida-kahlo-9359496





- Xiu Li (291-?, Cinese) - quando il padre, in guerra, muore, resta un posto vacante per un comandante in carica. Gli ufficiali locali decidono che sarà lei a prendere il suo posto, in quanto sufficientemente esperta. Xiu dimostra subito le sue abilità militari, ma anche la propria intelligenza, poiché grazie ai suoi suggerimenti "culinari" soldati e civili riescono a sopravvivere nelle pessime condizioni in cui si trova la loro città assediata. Per sette anni tiene testa ai ribelli, finché non riesce a sconfiggerli: questo le vale un riconoscimento che è possibile trovare ancora oggi, in forma della Heavenly City Gate nella città di Jin che ha difeso per così tanto tempo.
E' anche conosciuta come Yang Niang o Li Shuxian.
http://www.colorq.org/Articles/article.aspx?d=asianwomen&x=lixiu





Margarete Schütte-Lihotzky- Margarete Schütte-Lihotzky (1897-2000, Austriaca) - fra le prime architette europee, dedica la sua opera a rendere più semplici le vite delle donne e degli operai, con case più ergonomiche e standardizzate. Viene quindi accolta (unica donna) nel Hochbauamt, dove assume una posizione di riferimento per le classi meno abbienti; compie poi una serie di viaggi, sia per lavoro, che per studio, che per fuggire dal regime nazista. Durante una missione in patria, però, viene dai nazisti catturata e detenuta per cinque anni. Liberata dagli americani, torna a svolgere il suo lavoro, ottenendo dopo qualche anno una serie di onorificenze e riconoscimenti.
http://www.enciclopediadelledonne.it/biografie/margarete-schutte-lihotzky/





Junko Tabei- Junko Tabei (1939-2016, Giapponese) - prima donna a raggiungere la cima dell'Everest, nonostante una valanga l'avesse resa priva di sensi per diverse ore. E' anche la prima donna a completare le Seven Summits. Impegnata anche nella preservazione dell'ambiente, studiando l'argomento all'università come seconda laurea. Continua a scalare vette anche dopo la diagnosi di cancro.
https://www.britannica.com/biography/Tabei-Junko







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