Welcome to Sear's world - emotions, books, songs, thoughts, information.

lunedì 29 maggio 2017

Volevo

Volevo sentire tutto, dentro di me, con la forza e la passione che ho racchiuso come fra le dita un bocciolo che cerca disperatamente di crescere, e fiorire. Ho bruciato pelle e nascosto trasparenze, ho calpestato vetri, mentito dita, pianto rocce. Ma impedirsi di essere quel che si è porta via il sonno, la gioia, la vita.
Non sono parole: non è tua, la vita, se non la vivi tu. Le persone non amano te, non proteggono te, non ringraziano te, non vivono al tuo fianco. Sono di chi non sei, e tu di nessuno. Così se non vivi te stesso muori pian piano, ogni giorno, e alla fine diventi il burattino che hai voluto essere, ma che non puoi più comandare.

Oggi mi sento... brokenhearted.





domenica 28 maggio 2017

Studiare non serve per trovare lavoro?

Se vogliamo considerare il qualificarsi scolasticamente meramente dal punto di vista pratico ci possiamo chiedere se, com'è convinzione comune, "laurearsi non serve a niente". Per scoprirlo basta semplicemente cercare le statistiche in merito: "occupazione per grado di educazione". E si scoprono diverse statistiche: fra queste, la più accurata (data dal numero di soggetti studiati) risulta essere quella dell'Eurostat. Da essa si evince che nel 2014, in Europa, la categoria che potremmo definire come "laureati" era occupata all'80-90% dei cittadini in età lavorativa, mentre quelli con un grado di istruzione più basso erano occupati al 40-60%. Tranne che in Islanda, dove spiccava un 70%, ma comunque il tasso di occupati laureati toccava il 90%. [v. tabella 1]
Per quanto riguarda i dati di quest'anno, che non sono ancora disponibili, possiamo dedurre che siano simili a quelli del 2014, a giudicare dall'andamento molto stabile avuto dal 2004 [v. tabella 2].
Quindi la differenza di occupazione fra laureati e non è statisticamente rilevante, e possiamo facilmente arrivare alla conclusione che studiare non garantisce l'avere un lavoro, perché altrimenti i laureati occupati sarebbero il 100% (ammettendo che tutti lo cerchino), ma quantomeno ne dà maggiore certezza.

tabella 1: "Tasso di occupazione per livello di educazione, età 25–64, 2014 (%)"

tabella 2: "Tasso di occupazione, età 15–64, 2004–14 (%)"



fonti:
http://ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/Employment_statistics/it

In lettura

Ciao a tutti!
Oggi ho scelto di trattare un argomento più in stile diario: vi parlerò dei libri che sto leggendo al momento.

1 - Il delitto di via Luigia Sanfelice, di Lara Maini
Raccontato da occhi appassionati della vita, il lettore viene coinvolto nelle pagine di questo libro non solo per l'interessante svolgersi delle vicende spesso sorprendente, ma soprattutto per gli aspetti umani, che vengono colti nelle loro bellezze - come le passioni delle madri, l'amicizia dei fratelli, la fedeltà degli amici - così come nei loro aspetti più infimi - l'asprezza del dubbio, la spietatezza del pettegolo, la malvagità dell'invidia. Mi colpisce molto anche il linguaggio utilizzato, delicato ma efficace e a tratti molto forbito: ho imparato diversi nuovi termini nel leggerlo. Sono proprio curiosa di venire a scoprire come finirà, ma sono sicura che mi piacerà, dal momento che conosco già l'autrice. ;)
A tratti divertente, a tratti drammatico, ma sempre ben scritto, in modo fresco e intelligente, consiglio questo libro, soprattutto a coloro che apprezzano Camilleri e anche a chi ama la vecchia Napoli: l'editore è Giovane Holden (in ebook 5,99€).
Dell'autrice consiglio anche "Il Pareo" (Aletti Editore, 12,00€), che ho trovato molto originale e interessante.

2 - Fiabe Floreali, Louisa May Alcott
A chi abbia letto "Piccole Donne" risulterà familiare il tono affettuoso e positivo di questa scrittrice. A me, poi, richiama una parte in cui l'autrice scrive che, come reazione alla bocciatura del suo libro perché troppo poco "leggero", Jo (suo alias nell'autobiografia) rispose scrivendo qualcosa di ancora più pregno di morale e amore. Perché questa lettura da lungo tempo perduta è certamente quanto di più dolce e gentile si possa leggere, ideale per i bambini ma anche per gli adulti che non riescono più a credere nella bontà umana. 

3 - Harry Potter and The Order Of The Phoenix, Joanne "K." Rowling
Ovviamente non sono nuova a questa lettura. Tuttavia questo particolare libro ha una storia rilevante.
Ho sempre letto gli Harry Potter di mio fratello, poiché lui è più grande e li possedeva prima di me. Il quinto libro è stato il primo che mi sia stato regalato: l'ho divorato in un mese, poi l'ho riletto e riletto ancora fino a farlo durare una settimana. La mia affezione per esso è dunque molteplice: oltre a trovarlo particolarmente bello, a causa della maggiore espressività emotiva di Harry, da adolescente che cresce (com'ero io quando lo leggevo), ho per esso questa devozione dovuta al fatto che si tratta del mio primo vero Harry Potter, anche se in seguito mi sono stati regalati anche gli altri, fino a completare la collezione originale (anche se mi manca "Le Fiabe Di Beda Il Bardo).
L'anno scorso, poi, sono andata a visitare Londra per la prima volta. Ho organizzato la tabella di marcia e vi ho inserito anche Portobello Road, Eden dei collezionisti. E lo è stato anche per me, perché vi ho preso anche tale libro, per poterlo leggere in lingua originale, ed ho avuto una sorpresa appena arrivata a casa: si trattava di una prima edizione. Un premio per essermi portata tale peso dietro!
Ebbene, leggere Harry Potter in inglese è tutt'altra cosa. Vieni proiettato meglio in questo mondo magico, anche quando non conosci i termini; e poi si sente un sapore di Inghilterra - l'accento, l'ironia, i giochi di parole - che non si può apprezzare, purtroppo, nella traduzione. La signora Weasley sembra più materna, Hermione sembra più intelligente; insomma, è come se vi fosse una dimensione in più, che lo rende ben più prezioso del suo valore economico.

4 - The Circle, Dave Eggers
Sicuramente vi suonerà familiare: è appena uscito il film nelle sale, con Emma Watson come protagonista e Tom Hanks in stile "Steve Jobs". E' così che sono rimasta incuriosita: il film mi è piaciuto così tanto, con i suoi aspetti psicologici, ottenebranti e realistici (non troppo dissimili da "1984", uno dei miei libri preferiti), da rendermi necessario acquistare anche il libro. Così sono tornata nella libreria in cui ero passata prima dell'inizio della proiezione, adocchiandolo, e l'ho acquistato, anche questo in lingua originale. Per ora devo dire che è stato reso bene cinematograficamente, anche se gli eventi sono un po' diversi, e che si nota moltissimo la differenza fra l'inglese americano e quello britannico. E posso anche affermare che mi piacerà parecchio, anche se spero di annoverarlo fra i miei preferiti, perché merita.

Spero di avervi incuriositi su queste letture, perché leggere è fondamentale per vivere in quanto diversione ma anche in quanto ad insegnamento, delle cose, poiché in ogni libro c'è un aspetto che non avevamo considerato, e delle persone, poiché c'è molto di descrizione ma anche del cuore dell'autore. 



mercoledì 17 maggio 2017

Ryda

I passanti guardavano la bambina, che, incurante, si lasciava dietro pezzi di sciarpa, frutta schiacciata e urla adirate...
Eppure non dava fastidio a tutti quella strana ragazzina che ogni giorno passava di là correndo: non era brutta; e soprattutto era pulita, a parte i piedi, nudi, intinti sempre di rosso o arancione. Ma in fondo finché quei "pigmenti" non scadevano, avevano di certo un odore migliore di quelli dei piedi altrui.
Non era un periodo in cui la gente si curava molto della propria igiene personale. Per questo morivano giovani, e tentavano di godersi la vita finché potevano: e, non avendo blog con cui passare il tempo, dedicavano un quarto della loro giornata ad arricchire le voci che giravano sulla bambina, che non passava mai alla stessa ora o per lo stesso posto due volte, alimentando le strane idee che circolavano.
La maggior parte della gente del villaggio le aveva parlato, a sentir loro. Tutti sapevano il suo nome, ma era un nome diverso dalla bocca si ognuno; tutti conoscevano la sua storia, e il suo segreto, ma la bambina era una brava ragazzina che andava a scuola ogni mattina e una pazza psicopatica, un orfana per il caso o per l'omicidio, un angelo e la figlia del diavolo, una strega e una fata dei boschi.
Almeno tutti erano d'accordo su una cosa: il chiamarla "Piedini"... perché tutti i loro sicurissimi informatori, curiosamente, la chiamavano al medesimo modo, e così tutti nel villaggio si potevano capire dandole quel soprannome.
Una cosa che nessuno sapeva, perché tutti tenevano segrete le sembianze dei propri informatori, era che tutti quanti portavano un nero mantello lungo fino ai piedi, logoro, nero e bucato laddove la caviglia destra strusciava contro il vestito. Nessuno aveva mai notato che gli occhi, pur coperti, emanavano gli stessi riflessi verdi, quasi eccessivi; e nessuno sembrava aver fatto caso alla forzatura che c'era in quella voce da uomo...
La gente guardava soltanto l'altezza, che era nella media. La gente vedeva soltanto l'ombra, in quel viso, e non la luce così bella che emanavano quegli occhi vivi; la gente ascoltava quello che la voce diceva, e non l'inflessione o il timbro; la gente badava alle notizie, e non a chi le dava, e Ryda era stuzzicato più da questo che da tutto il resto.
O forse no... forse a lui bastava inventare storie, e basta. Forse il suo sorriso, quando la lavandaia diceva al fabbro che la bambina era una figlia della Luna, sorella delle Stelle, era dovuto soltanto al fatto che lo dicesse, e non al fervore con cui i suoi gesti ammettevano che vi aveva creduto... In fondo quello che piaceva di più a Ryda era inventare storie: esse erano il suo pane quotidiano, e senza il pan di grano non gli sarebbe cambiato niente pur di poter continuare a fantasticare. Due parole soltanto erano per lui fonte d'ispirazione di mille storie... e la verità? Quanto contava per lui?
Neanche Ryda lo sapeva, perché non fu lui a seguire Piedini quel giorno, ma i suoi piedi: e la seguivano senza dare retta agli occhi, o ascolto alle orecchie: badando soltanto a... a... qualcos'altro. Cosa, vi dirò, non so dirvi: volete seguire Piedini anche voi, al seguito di Ryda? Io sono pronta.

Child Sitting While Touching Her Foot

venerdì 5 maggio 2017

Le piccole cose

Tutti abbiamo dei sogni, spesso molto grandi, tanto grandi da rendere necessario lottare duramente e a lungo perché si realizzino. Ma tutti abbiamo anche un lato realista, un lato che preme quando siamo stanchi e sentiamo di non farcela a combattere ancora, quando vediamo intoppi, rallentamenti, contrasti. E allora, senza che nemmeno ce ne accorgiamo, quanto c'è di bello scompare: quando la vita è andata storta, la giornata è stata schifosa, ogni cosa è parsa non essere al proprio posto, vediamo solo oscurità di fronte a noi, vediamo verità solo nelle storie più tristi, nelle tragedie che mostrano ai telegiornali. Insomma non vediamo davvero, perché i nostri occhi sono magici, e il nostro cervello ha la capacità di registrare informazioni di cui nemmeno ci rendiamo conto, ma siamo troppo intestarditi dalla tristezza per fare caso a ciò che invece va: ciò che funziona, o ciò che c'è per noi.
Il pensierino che mamma ha comprato mentre era via per lavoro, perché anche se può essere stressata ci pensa sempre.
Lo scodinzolare del nostro cane che ci saluta, perché gli siamo mancati quanto lui è mancato a noi.
Le gocce d'acqua sull'erba, la neve, i colori dell'estate o dell'autunno, nuovi uccellini che cinguettano dai nidi, la vecchietta che impreca perché le lumache la superano in macchina.
Un cavallino disegnato dall'inchiostro nell'acqua, come un invito a chiederci se ci facciamo caso.
Da soli ci rendiamo la vita triste, da soli ci roviniamo le giornate e persino i sogni, perché non vogliamo far caso a queste piccole cose, le piccole cose che rendono vitale la vita.





Nessun testo alternativo automatico disponibile.

Female Genital Mutilation

L'inumanità di cui è capace l'umanità è senza limiti.
Per ottenere gli scopi a loro comodi le persone sono capaci di inventare fantasmi, mostri, storielle a cui le persone buone di cuore credono, e così anziché reagire contro di esse ne perpetrano la causa. Nel caso della genital female mutilation di cui tratta questo post le donne che permettono che altre donne vengano mutilate e subiscano disagisenza fine, non solo nella sfera sessuale, non solo nella sfera affettiva, ma in quella di tutti i giorni, sono convinte di salvarle dalla dannazione eterna e dalla umiliazione di una vita promiscua. Se solo ci fosse un'educazione, se solo si potessero fermare i mostri di fatto che agiscono per conto dei mostri di nome. Eppure questo fenomeno si verifica anche in Paesi dove l'educazione c'è.
Per fortuna c'è una risposta a questo: la ricostruzione chirurgica [1]. E' in questo articolo dove viene scritto, drammaticamente, che la fgm viene effettuata anche in Francia.
Per fortuna l'OMS ha lanciato l'allarme e si spera che il fenomeno arrivi a decrescere presto. [2]


Testimonianze in merito ve ne sono diverse, e segnalo quella di Ayaan Hirsi Ali, nata Ayaan Hirsi Magan (Mogadiscio, 13 novembre 1969), politica e scrittrice somala naturalizzata olandese che ha fondato l'associazione AHA foundation per combatterla [3], e Silvana De Mari, medico chiururgo che ieri ha curato donne che l'hanno subita e oggi si occupa di psicoterapia e ha scritto un libro di denuncia che ha le vesti di una favola per bambini, "Il gatto dagli occhi d'oro".





fonti:
[1] http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(12)60400-0/fulltext?version=printerFriendly
[2] http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs241/en/
[3] http://www.foxnews.com/opinion/2017/04/28/ayaan-hirsi-ali-female-genital-mutilation-and-what-were-really-talking-about-beneath-weasel-words-genital-cutting.html
[4] http://www.repubblica.it/spettacoli-e-cultura/2009/10/30/news/il_gatto_dagli_occhi_doro_che_combatte_linfibulazione-1822693/

Il tempo

Si dice che tempo sia il regalo più prezioso che si possa fare, perché non torna indietro. E' vero. Ed è incredibile come facciamo questo regalo immenso a moltissime persone e questioni di cui in realtà ci importa assai poco.
Non possiamo scegliere il nostro nome, quanti anni avere, chi siano i nostri parenti e i nostri educatori. Talvolta non possiamo scegliere che strada seguire, che amici avere e che relazioni intraprendere, e soprattutto quali rapporti continuare. Non possiamo prendere le nostre vite in mano, non siamo maestri di noi stessi, perché siamo costretti a seguire linee guida che ci impongono cosa imparare, dove possiamo andare, in cosa siamo limitati. Non possiamo decidere come sia la nostra vita, però ne siamo ugualmente responsabili. Perché in effetti possiamo scegliere: tutto quello che ci piomba addosso è casuale; come noi reagiamo, invece, non lo è. Noi dipendiamo da noi, anche se il resto dipende dal destino, dal caso, dal casino. E il tempo, che regaliamo e sprechiamo come se nulla fosse, è continuamente presente, a schiacciarci inesorabile, a ricordarci che il prezzo da pagare è sempre lo stesso, sia che viviamo sia che sopravviviamo, e a dirci di approfittare, perché non fa sconti a nessuno. Anzi.