Si dicono tante cose del Natale... che rende tutti più buoni, che va passato in famiglia, che ognuno sotto sotto lo ama, e così via. È una tradizione, ma più ancora un'istituzione: la gente lo ama, ma si sente obbligata in diversa misura a parteciparvi in qualche modo. Se non compriamo regali, ad esempio, magari ci sentiamo "cattivi". Se non abbiamo una famiglia con cui trascorrerlo, ad esempio, ci sentiamo snobbati, inutili, persi. Molte persone si suicidano sotto Natale per motivi come questi, per la pressione culturale che questa festa porta con sé. Non ci sono grandi lezioni da ricavare da questo: le persone sono infelici, e talvolta le società le solleva, talvolta le butta giù. Per fortuna, o purtroppo, questo spesso non accade: il Natale è un momento di riposo, di calore, di chiacchiere, litigi soffusi e luci accecanti, forchette che sbattono sui piatti e pance che scoppiano. In ogni situazione ognuno vive in modo diverso, talvolta persino sotto le stesse pressioni. Il Natale è solo un periodo, ma per tante, tantissime persone è molto di più. Davvero alcuni l'accolgono come un'ispirazione, fondandovi almeno qualche azione, almeno qualche spesa davvero generosa. Le persone possono davvero cambiare per una ricorrenza, per sempre oppure per poi tornare se stesse, come nulla fosse successo.
Pazzesco: è solo un periodo.
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