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domenica 16 luglio 2017

Affogare

A volte abbiamo desiderato di farla finita.
Abbiamo sperato di lasciarci andare, sprofondare
senza più vedere, perché ciò che vediamo
di perdere i sensi
senza più sentire, perché ciò che sentiamo
di perdere i contatti
senza più amare, tentare, rischiare, continuare
perché ciò che proviamo
di perdere la realtà
perché
odiamo.
Basta.
Per favore.
Qualsiasi cosa è meglio di questo.

Ma la vita prosegue.
Ci risvegliamo e la luce,
il torpore e ci scuotiamo,
tremiamo e il calore,
il sangue e respiriamo,
ci chiudiamo e il profumo,
si insinua dentro di noi
o si insinua da noi.
Vogliamo vivere, e sopravviviamo.
Ma la sopravvivenza è una promessa di vita.

L'acqua ci riporta su, per quanto ci spingiamo in giù,
non capisce
che vogliamo crollare e non vedere più
ma non importa cosa si vuole, importa cosa si può.





martedì 11 luglio 2017

Terra

Chi meglio di lei, formata da migliaia di pietre, di conchiglie, di particelle di forme e colori e dimensioni diverse, come lo siamo noi. Anch'essi ricordi di qualcosa che è stato vivo.
Chi meglio di lei, che sopporta il peso di qualunque cosa.
Chi meglio di lei per raccogliere i nostri pezzi - frammenti che colgono frammenti, polvere che raccoglie polvere. E da essi, anche da ciò che è bruciato, anche da ciò che è spezzato, anche da ciò che non esiste più, può rivivere il deserto, e dalla morte rifiorire. Tutto può ricrescere, anche laddove non pare esservi un seme, non sembra esserci speme: un filo d'erba alla volta, petalo per petalo, ognuno al suo posto, in equilibrio costante, un susseguirsi di vitalità insperate che si aiutano l'un l'altra, si difendono, collaborano, convivono, coevolvono.
E così, chi meglio della terra può essere latore di speranza? Chi spiegare come dovrebbe essere Vivere?


mercoledì 7 giugno 2017

Fire

Mi hanno chiesto molte volte perché come nome ho scelto "Sear": qualcosa che brucia.
A guardarmi sembro molto mite, come uno specchio d'acqua soggetta ad un vento lieve. Ma non è così. La verità è che basta scalfire la superficie per trovare una tempesta. Ma non costituita da acqua, che è fredda; non composto di aria, che si disperde; non scatenato nella terra, così compatta, bensì fatto di fuoco, la manifestazione dell'energia, l'indomabile, l'inaspettato, la potenza che brucia ossigeno e sottrae vite. E così consuma la mia. Eppure al tempo mi consente di vivere.
Non potrei che sopravvivere senza ardere di passione e di rabbia, anche se questo significa che bisogna stare molto attenti a maneggiarmi, per non restare scottati, e io stessa devo usare cautela per non fare del male a chi mi avvicina. E per avere a che fare con me stessa, maremoto di fiamme racchiuso da una pellicola di delicatezza.

  blaze, ember, explosion