"Anne of Green Gables", Lucy Maud Montgomery
Next to trying and winning, the best thing is trying and failing.
Mentre lo leggevo, avevo la netta sensazione che si trattasse di una sorta di Fairy Oak (Shirley, una coincidenza? Uhmmm) scritto da Jane Austen. Considerando che nessuno dei due mi piace particolarmente, non so se sia strano il mio apprezzamento per quasi tutto di questo libro, per come è scritto, i personaggi (anche se trovo Marilla insopportabilmente ipocrita), i singoli episodi, i pizzichi di realismo, le morali e la vitalità che traspaiono che invece mi ricordano il bellissimo Piccole Donne.
Una bella storia, tenera e profonda, perfettamente autoconclusiva (ma che mi incuriosisce per un aspetto del finale, che nonostante sia ben chiaro vorrei capire come si svilupperebbe, per cui ho trovato anche il secondo libro della serie!).
"Anna che sorride alla pioggia", Guido Marangoni
L'autore dev'essere un tipo molto particolare: spiritoso, pieno di iniziativa e di voglia di mettersi in gioco. Da questa storia, sembra che tutto ciò si sia riflesso anche nella sua vita. E si vede come gli abbia fatto molto bene, per le diverse peripezie che ha incontrato e per il bellissimo rapporto con Daniela, che dipinge tra l'altro come una grande persona. Secondo me i punti forti di questo libro sono proprio i personaggi e le loro riflessioni. È un testo che ha molto da dare, perché sfata pregiudizi e mostra quanto si può essere "fortunati" anche in quelle che sembrano "sfortune". Gli eventi descritti, infatti, sono narrati sia nei loro aspetti negativi che in quelli positivi, attraverso piccoli flussi di coscienza, gesti e commenti. È un libro che mostra la realtà che narra, senza veli, facendo talvolta pensare di essere entrati nella vita privata dell'autore e dei suoi familiari. Non è scritto in modo perfetto - alcune interruzioni sono troppo lunghe - e s'interrompe troppo bruscamente, lasciando la storia quasi a metà, ma tutti i messaggi passano, attraverso questi scorci di vita e frasi molto belle.
Siamo fatti di-versi, perché siamo poesia.
"Storia di una lumaca che scoprì l'importanza della lentezza", Luis Sepúlveda
Chi mi conosce sa perché ho scelto questo libro: io stessa sono una lumaca. E davvero con questa storia ho scoperto l'importanza dell'essere lenti. È infatti un racconto pieno di significato, con personaggi interessanti e realistici. Si fonda sulla realtà in molteplici suoi aspetti ed è scritto molto bene. Tutte queste caratteristiche lo rendono un'ammirevole e utile opera di narrativa per bambini ma anche per adulti che, in poche ore, vogliano immedesimarsi nella vita di un piccolo e apparentemente insignificante animale che invece può essere molto di più.
"La ricetta del vero amore", Nicolas Barreau
Pregno dell'orrenda arte del tell-don't-show, questo libro è sterile e superficiale. Andrebbe bene come base della base di un vero romanzo, ma così è una storia breve scritta male: i personaggi sono caratterizzati molto poco, la trama è banale e piena di cliché, il finale praticamente inesistente. È inoltre estremamente irritante il modo in cui cerchino di far sembrare il libro più lungo, tramite spaziature e pagine bianche superflue. Una bozza pubblicata in un momento di coma dell'autore.
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