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lunedì 23 dicembre 2019

Letture di novembre 2!

 "Amleto", di William Shakespeare.

Youth to itself rebels, tough none else near.

Per la dieta il verme è il nostro solo imperatore:
[...] un grasso re ed un magro mendicante non sono che due piatti, due portate d’un unico banchetto.

 
Potete apprezzarne anche voi la lettura in modo gratuitamente legale sul sito Libeliber.
Ho letto qualche analisi di quest'opera prima di formulare il mio giudizio, perché ero piuttosto confusa da tale lettura. Avevo riscontrato infatti alcune contraddizioni e altri fatti che non mi convincevano, insieme a nodi di trama geniali e frasi molto sagge. In definitiva, non sono stata molto soddisfatta: nonostante mi siano piaciuti molto i personaggi, soprattutto Amleto, Gertrude e Orazio, sono diversi gli aspetti che non mi hanno emozionata o colpita come avevano fatto Romeo e Giulietta e Macbeth. In particolare trovo contraddittorio in modo insensato il protagonista, per il suo primo omicidio nel corso della storia: soprattutto dal momento che per tutto lo scritto mostra di avere una mente pronta e profonda, nonostante tutto quello che ha dovuto attraversare. Altri personaggi mi sono arrivati come poco incisivi. E che dire di Ofelia? Avrei voluto vedere di più di lei, specialmente dei suoi sentimenti nei confronti di Amleto. Gli strafalcioni del testo indicati nelle note e i tagli e le modifiche della censura non hanno aiutato a trasmettermi la storia nella sua forza. Ma i temi passano in modo forte e chiaro, attraverso i monologhi: mi piace la concentrazione nelle parole piuttosto che nelle azioni. E ovviamente i giochi di parole.
A tutti porgi orecchio, a pochi voce.
Accogli sempre l’opinione altrui,
ma pensa a modo tuo. [...]

Ma soprattutto tieni questo in mente:
sii sempre, e resta, fedele a te stesso;
ne seguirà, come la notte al giorno,
che non sarai sleale con nessuno.




"milk and honey", di Rupi Kaur.

La maggior parte delle poesie (soprattutto nella prima parte) mi ha colpita molto: la verità delle sensazioni racchiusa nella semplicità di certi concetti era disarmante. Ho salvato alcune frasi per poterle condividere o rileggere e ricordare perché sono come motti per darsi forza quando il mondo ci crolla addosso ed è facile dimenticare quanto siamo importanti, quanto le nostre lacrime siano parte di noi e quanto siamo noi a dare, ricevendo talvolta ben poco. Ma ci sono due grossi ma. In primo luogo, l'autrice si erge a portavoce di un'intera popolazione di donne appartenenti a una certa area geografica. Non approvo. Dubito fortemente che tutte le donne di quelle zone abbiano subito ciò che Rupi Kaur descrive, ma se anche fosse così m'infastidisce che si lei si ritenga in qualche modo una loro rappresentante, anche se nessuno glielo ha chiesto e mille altre donne potrebbero farlo meglio di lei (e alcune già lo fanno), grazie alle loro storie. In secondo luogo, l'autrice presenta la suddetta situazione come colpa di certi uomini (se non tutti). Non è così. Il problema è il modo di pensare, non chi porta avanti il pensiero essendovi cresciuto. È il retaggio culturale, non la persona X, a determinare violenze, e infatti non sono solo i 'maschi brutti e cattivi' a portare avanti certe idee, ma anche le donne (e gli uomini) che ne sono vittime. Mi chiedo che problema ci sia nel presentare il tutto come idea propria, parola propria, critica a qualcosa di concreto piuttosto che metterla sulla guerra, come se si dovessero scontrare due fazioni inconciliabili. 



"Se i pesci guardassero le stelle", Luca Ammirati.
Non siamo nulla, meno di un milionesimo di un granello di sabbia, un pulviscolo sospeso nello spazio.
Credibile. Nonostante sia pieno di emozioni che si potrebbero definire "ingenue", è un libro che si dispiega nella realtà, in ambienti veri e con problemi concreti. Con le parole, l'autore riesce a far vivere al lettore (o almeno, a me) le stesse sensazioni del protagonista. Anche il tempo è realistico, veramente si sente trascorrere mentre eventi sensati si passano il testimone. 
Chi vive troppo attaccato al passato si rovina il presente e ha poche speranze per il futuro.
Profondo. È un romanzo che attraversa una fase di vita, e lo fa scavando dentro il cuore, dentro la mente, dentro gli eventi e le persone. Le riflessioni sono molto belle, a tratti poetiche, nonché sagge. Il romanticismo si alterna al pessimismo, lo sconforto all'ottimismo, la concordia con i litigi, sempre con un sottofondo di tenerezza.
Soltanto nella nostra galassia, la Via Lattea, si contano tra i duecento e i quattrocento miliardi di stelle. Quale può mai essere, in tutto questo, il posto che spetta a uno come me?
Interessante. Si scoprono molte cose leggendolo: sulla città di Sanremo, sulla storia e sulla scienza. Tutte nozioni che non pesano all'interno della narrazione.
Nettuno dista quattro miliardi e trecento chilometri dalla Terra, non ti vengono le vertigini?
Scritto benissimo. E ho adorato che finalmente si presenta l'amicizia fra uomo e donna come qualcosa di autentico. Anche se il finale mi è piaciuto meno, e pure l'interazione con i bambini non mi ha molto convinta, non posso che essere un fan di questo libro!




"Autumn", Robert Nathan.

Fra un paesaggio e l'altro dei personaggi stupendi e ogni tanto frasi che spiazzano per la loro profondità. Scelte di parole bellissime, che sono stata lieta di imparare. Una lettura veloce, che mi ha conquistata e spinta a leggere tutto d'un fiato, che però si spezza in un finale frettoloso che lascia troppo all'immaginazione.
La potete scaricare, gratuitamente e legalmente, dal sito del progetto Gutenberg.

"The bugs fall off," said Mrs. Grumble, "with a good shaking."
"Fie," said Mr. Jeminy, "how slovenly. It is better to kill them with lime. But it is best of all not to tempt them; then there is no need to kill them."
And as Mrs. Grumble made no reply, he added:
"That is something God has not learned yet."

"Sorrow," said Mr. Jeminy, "is a good friend, Mrs. Wicket. Sorrow and poverty are close to our hearts. They teach the spirit to be resolute and indulgent.

In humility lie the forces of peace. The humble heart is an impregnable fortress.

"You have had the good things of life, Aaron Bade."
"Have I?" said Aaron bitterly. "I'm sure I didn't know it. What are the good things of life, Mr. Jeminy?"
"Love," said Mr. Jeminy, "peace, quiet of the heart, the work of one's hands. Perhaps it is human to wish for more. But to be human is not always to be wise. Do you desire to see the world, Aaron Bade? Soon you would ask to be home again."



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